Nell’orientamento di pensiero che caratterizza questa rivista sin dalla sua fondazione ci si è sempre tenuti lontano dall’apporre una “e” tra il nome di un pensatore e la parola “filosofia”, preferendo piuttosto lasciar manifestare la presenza del “Pensare” nei filosofi che di volta in volta ne hanno “incarnato” o “figurato” l’essenza. Tutt’altro discorso merita invece Dostoevskij e questo non soltanto perché si tratta di un uomo di lettere, di un grande romanziere e poeta – e quindi di un “non”-filosofo, secondo un certo “intelletto tabellesco” – quanto piuttosto perché la sua scrittura rappresenta una vera e propria “crisi” per l’unità del pensare in quanto tale; nonostante l’opera dostoevskiana sia ineludibilmente in relazione col pensiero filosofico e ne rappresenti un punto di confronto essenziale. Ecco allora che la “e” posta a congiunzione/disgiunzione tra “Dostoevskij” e “filosofia” viene ad assumere il significato di una interrogazione radicale che inevitabilmente scava come un tarlo la coscienza del pensante, dando origine ad una pluralità di percorsi che a partire da questo “rapporto/domanda” possono svilupparsi. Nella varietà di questioni che, a partire da tale interrogazione, possono scaturire si vogliono qui dare solo alcuni spunti essenziali, alcune domande “classiche”, a partire da cui aprire la discussione e la riflessione sul tema..

Leggi la rivista

Contatti

Per qualsiasi informazione puoi contattarci.

Contattaci

Proposte di lettura